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HYPERICUM PERFORATUM – proprietà magiche di una pianta comune

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L'iperico (L.) o erba di san Giovanni o scacciadiavoli (Hypericum perforatum), è una pianta officinale del genere Hypericum con proprietà antidepressive e antivirali.

            Alcuni studi clinici randomizzati hanno dimostrato che l'iperico ha un'efficacia paragonabile ad alcuni psicofarmaci nella cura della depressione lieve e moderata . A volte è utilizzato, associato ad altri prodotti, anche per il trattamento fitoterapico di alcune forme d'ansia.

Il principio inizialmente ritenuto attivo era l'ipericina, ma i recenti sviluppi hanno chiarito che molte classi chimiche sono da considerarsi corresponsabili dell'attività: naftodiantroni (ipericina, pseudoipericina), floroglucinoli (iperforina), flavonoidi (amentoflavone), ed altri composti con probabili effetti di sinergia sia farmacodinamica sia farmacocinetica.

L'iperforina è in grado di inibire il reuptake (ricaptazione) della serotonina in modo diverso dagli SSRI (Selective Serotonin Reuptake Inhibitor), in particolare si pensa che l'iperico riduca il gradiente di sodio intracellulare agendo su una pompa Na+/Cl-. Tale gradiente è infatti sfruttato dallo stesso trasportatore per il reuptake. Possiede proprietà antibatteriche e antinfiammatorie e viene consigliato nel trattamento di emorroidi, ferite, piaghe.

 

Controindicazioni

  • Allattamento al seno (senza supervisione professionale)
  • Trattamento solarium o UV (dopo assunzione di dosaggi estremamente elevati di estratto secco titolato in ipericina o di ipericina isolata)
  • Contraccettivi orali (preparazioni a base di hypericum perforatum non devono essere somministrate contemporaneamente a contraccettivi orali in quanto si potrebbe avere una perdita di efficacia anti-concezionale)
  • Trattamenti anticoagulanti orali con somministrazione di warfarin.

Non esistono rischi di fotosensibilizzazione in caso di assunzione di dosaggi normali di estratti idroalcolici di iperico, ma persone appartenenti a fototipi sensibili (pelle chiara, capelli biondi, occhi azzurri) dovrebbero fare attenzione a sottoporsi a trattamenti UV in caso di assunzione regolare.

Sono stati evidenziate interazioni con altri farmaci, metabolizzati dal sistema enzimatico microsomiale P450, in quanto la pianta è un forte induttore del CYP 3A4, enzima che metabolizza l'80% dei farmaci in commercio, alcuni tra i tanti il warfarin, gli antiepilettici e gli anticoncezionali. Inoltre essendo inibitore in particolare dei CYP-2C9 e 2C19 presenta interazioni con immunosoppressori (ciclosporina), glicosidi cardiache (digossina) in caso di dosi di iperico superiori a 1 grammo/die (peso secco), inibitori non-nucleosidici della trascrittasi inversa HIV (nevirapina), altri inibitori della proteasi inversa HIV (indinavir), chemoterapici (irinotecan). È sconsigliato l'uso contemporaneo con SSRI, a causa dei possibili effetti di addizione e superamento della dose tossica.

Non tutti gli studi clinici hanno ottenuto risultati concordi (vedere ad esempio: Linde et al.).

Per degradare l'ipericina basta far macerare la pianta in olio (anche di girasole o di oliva) al sole. Si ottiene così l'Olio di iperico rosso usato topicamente come cicatrizzante, ma che ovviamente ha perso l'attività di blando antidepressivo come fitocomplesso.

In Italia una disposizione del Ministero della Salute limita la quantità di ipericina presente in prodotti erboristici a 21 microgrammi al giorno, quindi molto inferiore ai dosaggi dimostrati utili per la cura della depressione.

Tra gli usi popolari più conosciuti c'è l'Olio di iperico, un oleolita fatto macerando la pianta nell'olio di oliva al Sole per 6-7 giorni. Efficace per la cura e la pulizia delle ferite, eritemi, bruciature, piaghe purulente.

 

Bibliografia

 


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